Un'esperienza di tirocinio in UVI

Di seguito vi proponiamo la relazione scritta da Ilenia Vercesi che ha fatto il suo periodo di tirocinio presso la nostra Associazione dopo la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università degli studi Guglielmo Marconi.

Data di inizio del tirocinio: 14/03/2022

UVI è un’associazione che nasce nel 1965 ad opera di Lina Toniatti, un’imprenditrice milanese che,

attenta ai bisogni della sua città, decide di fondare un’associazione che si prenda carico di coloro

che si trovano a vivere un’infanzia svantaggiata. Obiettivo primario di UVI e allo stesso tempo del

tirocinio che ho svolto presso questa associazione è quello di portare un aiuto concreto ai bambini

e agli adolescenti che vivono in condizioni di disagio sociale.

Durante lo svolgimento del mio tirocinio ho avuto la possibilità di mettere in campo le conoscenze

e competenze acquisiste durante la laurea triennale, con l’obiettivo di agire come “balsamo” nei

confronti dei bambini e dei ragazzi che arrivano da condizioni socio-economiche più o meno

disagiate, cercando di attuare, ragionando in un’ottica preventiva, delle strategie che fossero il più

possibile congrue alle loro esigenze. Le difficoltà di questi ragazzi riguardano innanzi tutto la

competenza linguistica, che si ripercuote inevitabilmente sul successo scolastico.

In generale posso affermare che la ripetizione dell’insuccesso genera in questi bambini e

preadolescenti un circolo vizioso composto dai loro fallimenti, i quali, reiterati nel tempo, tendono

a creare delle aspettative negative nel fanciullo stesso e anche negli insegnanti. La situazione che

si genera è perfettamente descritta dal cosiddetto “Effetto Pigmalione”, il quale deriva dagli studi

classici sulla "profezia che si autorealizza" il cui assunto di base può essere così sintetizzato:

se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato, lo tratteranno, anche inconsciamente, in

modo diverso dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si

instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come

l'insegnante lo aveva immaginato. Alla luce di questa situazione diventa fondamentale laddove

possibile agire preventivamente e in modo particolare andare a rinforzare l’autostima di questi

ragazzi.

L’inizio del tirocinio è stato preceduto da alcuni incontri durante i quali il tutor, il Dott. Silvio

Morganti, ha illustrato l’ottica funzionale per potere operare con UVI, ovvero un’ottica inclusiva e

preventiva, priva di discriminazioni, che possa permettere in questo senso di configurarsi come un

valido e concreto aiuto per tutte quelle situazioni che pongono bambini e adolescenti in situazioni

di sfavore e di disagio. È inoltre stata chiarita l’importanza del fatto che il tirocinio sia

professionalizzante, e cioè che metta in modo valido e concreto alla prova le competenze

individuali.

La mia esperienza in UVI ha compreso la partecipazione a due importanti progetti: il primo

progetto è stato realizzato in collaborazione con un’altra associazione che opera nel territorio

milanese, ovvero QuBì. Si tratta di un doposcuola in cui oltre all’aiuto nello svolgimento delle

attività scolastiche come ad esempio i compiti, diventa di fondamentale importanza il supporto

emotivo, di cui hanno tanto bisogno questi bambini e ragazzi, e il miglioramento delle interazioni

tra i micro sistemi famiglia, scuola e gruppo dei pari. Durante la partecipazione a questo progetto

ho potuto osservare come, dopo pochi incontri, il momento dello svolgimento dei compiti sia

diventato sempre più al confine con un momento di condivisione emotiva e sociale: i bambini e i

ragazzi (di età compresa tra i 6 e i 14 anni) hanno instaurato con me un vero e proprio rapporto di

fiducia, il quale ha permesso loro di confidarsi, raccontarmi le loro paure e le loro insicurezze.

Questo ha reso possibile un vero e proprio lavoro sulla loro autostima, con l’obiettivo primario di

rendere, per quanto fosse possibile, ai loro occhi la scuola come un ambiente educativo sereno in

cui potere prima di tutto imparare, e non un posto in cui sentirsi continuamente sviliti per via di

difficoltà linguistiche e differenze culturali che mettono in campo non solo difficoltà strettamente

scolastiche ma anche sociali. Seguendo le direttive del mio tutor, e sulla base delle riunioni a

cadenza mensile svolte con UVI, ciò che fin da subito è stato chiaro è appunto l’importanza di

sottolineare i punti di forza di questi ragazzi, iniziando mettendoli di fronte a scopi per loro del

tutto raggiungibili. Di fronte alla consapevolezza di poter portare a termine un compito, infatti, i

bambini e i ragazzi acquisiscono più fiducia. In questa fase è stato sicuramente importante anche

esporre i fanciulli ad attività di loro interesse per stimolare la loro attenzione e curiosità.

Di fronte a queste situazioni delicate, è stato molto importante capire come rendere funzionali il

rinforzo positivo ma in modo particolare quello negativo. Partendo da una situazione

caratterizzata da scarsa autostima e tendenza all’insuccesso il rinforzo positivo diventa

fondamentale nel lavoro sull’autostima. Esso infatti consente ai bambini di interiorizzare la loro

possibilità e capacità di portare a termine i loro obiettivi, scolastici ma anche extrascolastici. Molte

volte infatti accade che i fanciulli siano sopresi della loro performance positiva, come se

credessero di non essere all’altezza del compito. Proprio di fronte a queste fragilità diventa

fondamentale l’esercizio intelligente del rinforzo negativo: il bambino non deve sentirsi criticato

qualora sbagli qualcosa, è il comportamento errato che deve essere rinforzato negativamente, non

il bambino, ed infatti è stata sempre mia preoccupazione spiegare ai ragazzi la ragione del

rimprovero qualora quest’ultimo fosse stato necessario. In questa esperienza perciò lo

svolgimento dei compiti scolastici è diventato un mezzo tramite il quale è stato possibile poi agire

su dinamiche e tematiche molto più ampie e complesse.

Durante il periodo estivo l’attività del doposcuola non si è fermata, bensì è stata modificata: lo

svolgimento dei compiti estivi è stato cioè affiancato da attività quali la visione di film e la lettura i

libri. In questo modo siamo riusciti a garantire a questi ragazzi un ambiente tranquillo e gioviale in

cui potere trascorrere le giornate estive imparando e divertendosi.

Al termine della mia esperienza al doposcuola è stato emozionante osservare i miglioramenti ed i

traguardi che hanno ottenuto i bambini e la felicità provata da questi ultimi mentre lo

raccontavano a noi, le persone che li hanno affiancati e sostenuti durante un cammino che

sicuramente non è stato semplice.

Il secondo progetto al quale ho preso parte durante il mio tirocinio semestrale preso UVI è lo

Spazio Api. Quest’ultimo è un servizio educativo dedicato a bambini di età compresa tra i 3 e i 5

anni che, a causa di difficoltà in ambito socio economico, non sono stati iscritti alla scuola

dell’infanzia pubblica. Per 5 mattine a settimana quindi lo Spazio Api offre l’opportunità a questi

bambini di avere un primo luogo di socializzazione secondaria in cui favorire lo sviluppo sociale e

linguistico del bambino. Inoltre in questo modo si favorisce lo sviluppo delle intelligenze del

bambino e li si inserisce in un contesto governato da regole, spazi e tempi ben scanditi,

propedeutico al futuro inserimento nella scuola primaria.

Durante la prima parte della mattinata, all’interno dello Spazio Api, mi sono occupata di attività di

alfabetizzazione che usano la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learnig).

Quest’ultimo prevede l’utilizzo di strategie di insegnamento mediante le quali attivare tutte le

facoltà intellettive dei bambini. In questo modo è stato possibile lavorare tutti insieme ma

andando a valorizzare le singole capacità dei bambini attraverso attività didattiche che, variando

spesso, hanno contribuito alla creazione di un clima inclusivo in cui le differenze individuali sono

diventate un’importante risorsa per tutti.

All’interno di questo progetto abbiamo lavorato molto anche sull’importanza del tempo libero in

quanto strumento di responsabilizzazione del bambino. Con il passare del tempo infatti i bambini

hanno acquisito un’autonomia sempre maggiore nei riguardi ad esempio dell’uso del bagno e di

come e quando chiedere aiuto all’adulto.

Durante la mia permanenza allo Spazio Api ho, in sintesi, potuto lavorare, attraverso giochi e

attività didattiche, sull’importanza dell’autocontrollo emotivo, sull’autoconsapevolezza, sulle

capacità che riguardano le relazioni interpersonali e quindi sugli stili comunicativi efficaci, sul

problem solving (capacità di risolvere problemi), sul pensiero critico e sulla capacità di prendere

decisioni.

In conclusione ritengo che le mie aspettative nei confronti di questo tirocinio semestrale presso

UVI siano state completamente confermate. Durante questa esperienza infatti ho potuto mettere

in campo le mie competenze e ho potuto affinare queste ultime. In modo particolare ho potuto

osservare e poi mettere in pratica quello che rappresenta il contributo psicologico all’interno delle

situazioni sopra descritte. Ritengo che il semestre trascorso presso UVI sia quindi stato

ampiamente costruttivo sia sul piano personale che su quello lavorativo.

Ilenia Vercesi

UVI ONLUS