Cosa significa fare il tirocinio in UVI?

Pubblichiamo la relazione finale redatta da Chiara Alpi sulla sua esperienza come tirocinante in UVI.

Da qualche anno, infatti, ospitiamo tircinanti della Facoltà di Psicologia dell’Università degli studi di Milano Bicocca che vengono seguiti dal nostro responsabile scientifico, dottor Silvio Morganti. Sono esperienze sempre diverse, ma molto intense, che vedono i ragazzi coinvolti nelle nostre attività sul campo..

Relazione finale

Nome: Chiara

Cognome: Alpi

Matricola: 801948

Corso di studio: Psicologia dello Sviluppo e dei Processi Educativi

Tipo di attività: Tirocinio professionalizzante (primo semestre) Periodo: dal 15/10/2020 al 14/04/2021

Titolo del progetto: Tirocinio professionalizzante presso UVI.

Caratteristiche generali dell'attività svolta: Ho svolto il primo semestre del mio tirocinio professionalizzante in ambito sociale presso l'associazione di volontariato UVI — Unione Volontari per l'Infanzia e l'Adolescenza, nata nel 1967 con lo scopo di fornire ai bambini, agli adolescenti e alle famiglie in difficoltà che la contattano, l'aiuto pratico di cui hanno bisogno (tra cui rientra anche il sentirsi capiti, ascoltati, non giudicati). Questo viene attuato grazie a un'accurata formazione dei volontari, valutando di volta in volta chi, per sue inclinazioni personali e professionali, può essere più di aiuto alla persona che lo richiede. ln questi anni sempre maggiori richieste vengono accettate e seguite anche in collaborazione con i Servizi Sociali Territoriali, in modo da operare sul disagio personale e sociale in ottica preventiva.

Descrizione dettagliata del tipo di ruolo e mansioni svolte: Durante questo semestre ho svolto attività di diverso tipo, ma principalmente di sostegno (educativo, ma anche scolastico) alle famiglie e ai bambini che lo necessitavano, integrandole con approfondimenti teorici.

          Osservazione dinamiche gruppali in un ambiente circoscritto, come i Comitati di Quartiere, in previsione dell'avvio di un nuovo progetto psicologico (ora bloccato causa Covid-19).

          Sosteqno educativo e genitoriale per una famiglia con tre bambini di 7 mesi, 3 anni e mezzo e 1 1 anni. La richiesta è arrivata dai servizi sociali, a cui Maria (la mamma, 38 anni) si è rivolta presentando una situazione di grande fatica ad occuparsi dei bambini e di se stessa. Chiedeva quindi un sostegno per rimettersi "in carreggiata". In accordo con un'altra tirocinante che avrebbe lavorato sullo stesso caso abbiamo deciso di procedere intervenendo sulle routine della famiglia (assolutamente assente nei bambini, anche per quanto riguarda gli orari del pranzo) e su alcune regole base (riordinare, non passare tutto il tempo davanti alla TV, lavarsi le mani prima del pranzo.. Con il bambino più piccolo si è lavorato per fornire una routine soprattutto per quanto riguardava il sonno (molto spesso arrivava al pomeriggio davvero stanco, non avendo dormito per nulla dalla mattina); con il mezzano si è lavorato inserendo attività montessoriane di routine e sviluppo della motricità fine (travasi, riordino di attività, piegare i panni, pulire i piatti, preparare il the), intervenendo in questo modo anche sull'attesa e la gestione della frustrazione. Si è cercato inoltre di avvicinarlo ad attività ricreative, da lui molto poco considerate, dal momento che, non essendo riuscito ad andare all'asilo quest'anno, non ne ha fatto esperienza.

Si è cercato di lavorare anche con la mamma, in modo da fornire una continuità nei momenti in cui non saremmo state presenti e a lungo termine: inizialmente le è stato lasciato tempo in modo da riappropriarsi dei propri spazi, trovando delle attività in cui investire del tempo e momenti in cui organizzare anche le visite mediche, che dalla nascita dell'ultimo figlio non aveva più fatto. ln seguito si è lavorato su una gestione degli spazi, in modo da renderli più "a misura di bambino" (es. mettere i piatti di plastica in basso in modo che i bambini possano usarli e prenderli da soli, senza arrampicarsi, e mettendo, invece, le cose che non si vuole che prendano più in alto). Siamo intervenute, inoltre, sulla gestione dei "capricci", per evitare che, soprattutto con il bambino di 3 anni e mezzo, venissero sempre assecondati per esasperazione, arrivando a non essere coerenti con le regole date.

          Sostegno scolastico in modalità di Didattica a Distanza con due bambine, a cui se ne è successivamente aggiunta una terza, di 10 anni. L'obiettivo era quello di migliorare la produzione orale o scritta, a cui si sono aggiunti, a richiesta, aiuti in altre materie (principalmente storia e matematica). Nonostante l'assenza di vicinanza, si è, ovviamente, rivelato necessario l'instaurarsi di una relazione basata sull'ascolto e la comprensione. Ho quindi cercato di stabilire un rapporto chiedendo spesso come stessero e se avessero qualcosa da raccontarmi, leggendo racconti o ascoltando musica. Solo verso la fine del mio periodo di tirocinio siamo passati a cercare di liberare la fantasia inventando storie sempre più lunghe e con sempre un numero maggiore di dettagli.

          Sostegno presso l'asilo montessoriano "La Casa di Titto" di Di Blasi Valentina (Cinisello, Ml) di un bambino di 4 anni probabilmente con un tratto di alta sensibilità e un disturbo cognitivo non diagnosticato. Ho, inoltre, osservato come la presenza di un bambino considerato "difficile" possa influenzare il gruppo classe e il gruppo insegnanti. Ho osservato (l'osservazione è uno dei punti cardine del metodo Montessori) anche le dinamiche tra bambino/bambino, bambino/maestra, maestra/maestra, maestra/dirigente. Il bambino in questione era considerato dal resto della classe un leader: molto importante è stato anche notare la differenza di comportamento da parte del resto del gruppo classe, quando lui era assente rispetto a quando invece era presente.

          Affiancamento al mio tutor, Silvio Morganti, durante i collogui conoscitivi dei volontari, osservando come si svolgevano e come veniva valutata la probabile successiva assegnazione delle richieste.

          Partecipazione a incontri di formazione e successiva discussione degli argomenti trattati con il tutor e gli altri volontari e tirocinanti in psicologia.

          Approfondimenti teorici su vari argomenti di interesse personale (Tratto Alta

Sensibilità, Approccio Comportamentale, Volontariato, La Giornata della Memoria, la DAD). Sulla DAD sono stata la principale relatrice di un Webinar tenuto 1'8/04/2021 con, come pubblico, i volontari dell'associazione per attivare un confronto e una condivisione di esperienze e conoscenze. Sul volontariato, La giornata della Memoria e la DAD ho scritto tre diversi articoli sul blog dell'associazione.

Attività concrete/metodi/strumenti adottati:

          Sostegno genitoriale ed educativo: per questa richiesta, in accordo con la coordinatrice e l'altra tirocinante attiva, abbiamo deciso di utilizzare attività per sviluppare migliorare la motricità fine e grosso-motoria, l'attenzione (giocare con la pasta di sale, ballare, impastare la pizza, travasare materiali liquidi e solidi con e senza strumento), le capacità di differenziazione degli stimoli (usare il memory per dividere carte diverse in coppie a seconda di caratteristiche simili), le abilità cognitive, la creatività e l'immaginario (colorare con tempere, acquerelli, pennarelli e pastelli grossi; utilizzo di materiali da recupero per creare oggetti — zaino da una scatola, maracas da bottiglie di plastica - o per disegnare).

Per introdurre i bambini alla routine e all'aspetto temporale abbiamo deciso di utilizzare un calendario perpetuo, e, ad esempio, un cronometro per gestire la frustrazione dell'attesa).

          Sosteqno in DAD: ho utilizzato materiale HEADU (flashcards storytelling) per la creazione di storie, "Favole al telefono" di Gianni Rodari (ed. Einaudi Ragazzi) per la comprensione e la produzione, musica classica (ad esempio, "la danza della fata confetto" tratta da "Lo Schiaccianoci". ln seguito, per raccontare il susseguirsi di un fatto accaduto durante una giornata o un particolare momento di vita, ho usato un percorso online creato appositamente per migliorare la produzione orale e scritta ("La costruzione del testo scritto. Un percorso facilitato per imparare a scrivere un testo nella Scuola Primaria" di Bonaldo M.).

          Sostegno in asilo montessoriano: di base all'asilo veniva usato metodo montessoriano in modo molto puro (si parlava di "lavori" dei bambini, di "non interferenza" degli adulti, di "normalizzazione", di "autonomia". Alcuni lavori erano esattamente quelli che possono essere riportati in alcuni libri di testo come esempi). Come primo approccio al bambino era stato consigliato di usare il metodo comportamentale, sullo stile del metodo ABA, quindi utilizzando molto il metodo dei rinforzi.

          Approfondimenti teorici: Per quanto riguarda l'intervento nell'asilo, prima di tutto mi sono informata sul metodo montessoriano con libri di pedagogia ("Pedagogia ad uso delle scuole e degli istituti magistrali" di R. Tassi), in quanto ritenevo necessario conoscerlo per favorire un intervento efficace.

ln seguito al primo approccio consigliato per interagire con il bambino per cui arrivava la richiesta ho letto il libro "Tecniche base del metodo comportamentale. Per l'handicap grave e l'autismo" di R.M. Foxx (ed. Erickson). Poi, come da consiglio della coordinatrice dei volontari, ho deciso di approfondire il tratto dell'alta sensibilità, leggendo il sito dedicato e il libro "Il tesoro dei bambini sensibili. Conoscerlo, gestirlo e valorizzarlo." Di E. Lupo (ed. Il leone verse).

Per i fini dell'intervento di sostegno educativo e genitoriale descritti sopra ritengo sia stato molto importante il corso (in modalità "a distanza" erogato dal "Centro Il Girasole") che ho seguito a proposito della drammatizzazione, nel quale, attraverso il confronto con le altre partecipanti, per la maggior parte educatrici, ho avuto modo  di accogliere e raccogliere grandi stimoli per lavorare con i bambini; e i seminari (online erogati da IGEA) su "l'intelligenza emotiva e l'importanza di educare alle emozioni" e "l'interpretazione del disegno infantile".

Altri grandi argomenti di interesse personale, ma utili anche all'associazione, sono stati: cosa vuol dire essere un volontario (punto di partenza è stato il libro di N. Govoni "Bianco come Dio"), come poter inserire la Giornata della Memoria in un percorso scolastico, e, di conseguenza, come poter spiegare un argomento così complicato ai bambini, e il tema della DAD; per quest'ultimo, partendo dalla mia esperienza personale di sostegno, ho approfondito il tema con il libro "La didattica a distanza. Funziona, se sai come farla." Di L. Toselli (ed. Sonda) e, negli ultimi mesi, ho ascoltato e osservato le reazioni e opinioni di alunni e docenti di mia conoscenza, in aggiunta alla lettura di articoli da più giornali (es. corriere della sera) e blog.

Ho poi letto gli articoli presenti sul blog dell'associazione in modo da dividerli in categorie e creare dei quaderni monotematici a disposizione dei volontari e degli enti associati. Ho potuto curare quattro quaderni (Libri consigliati, Favole, Poesie e Interviste) e individuato 3 ulteriori categorie in cui eventualmente dividere gli articoli (Psicologia e pedagogia, Testimonianze e Covid-19)

Presenza di un coordinatore/supervisore e modalità di verificalvalutazione delle attività svolte: ln ogni attività è stato davvero utile il confronto continuo con altri tirocinanti assegnati alle mie stesse richieste e con i coordinatori.

Sono venuta in contatto con due figure principali con cui ho trovato molto utile dialogare da un punto di vista formativo e personale: la prima è il mio tutor, Silvio Morganti (Laureato in Filosofia, Specializzato in Psicologia, selezionatore nelle aziende con particolare riguardo alle dinamiche di gruppo e uso di strategie didattiche che includono l'azione teatrale), la seconda è la figura della coordinatrice dei volontari, prima associata alla persona di Eleonora Alvigini (pedagogista) a cui, a marzo 2021, è subentrata Chiara Dellea (laureata in psicologia, metodi didattici della seconda lingua e linguistica, presso l'Università di Pittsburgh nel 2014).

Con il mio tutor ci sentivamo, in linea di massima, una volta al mese e poi al bisogno, in modo da controllare l'andamento dei vari progetti, la cui situazione veniva da me riassunta di volta in volta. Durante le chiamate ci confrontavamo su aspetti riguardanti la teoria psicologica e l'espressione del sé, commentando spunti da lui forniti attingendo ognuno alle proprie esperienze e conoscenze scolastiche e universitarie, facendo quindi riferimento ad aspetti sia razionali che emotivi.

Con Eleonora e, in seguito, Chiara la frequenza delle chiamate era la stessa, ma valutavamo di volta in volta gli aspetti più pratici, operativi e con Chiara anche psicologici, strettamente legati a ogni singolo caso. Le chiamate con Chiara sono state utili per discutere le metodologie adottate, le attività proposte e per gestire il momento dell'avvio e del distacco. Per il sostegno scolastico all'asilo facevo, inoltre, molto riferimento atle insegnanti del bambino; per il sostegno in DAD mi confrontavo bimestralmente con l'insegnante coordinatrice della classe; per il sostegno genitoriale ci sono stati incontri di equipe con gli assistenti sociali, Chiara Dellea, e altre figure ed enti che avevano in carico la famiglia.

Conoscenze acquisite (generali, professionali, di processo, organizzative): Durante questi sei mesi ho studiato alcune tecniche caratteristiche dell'approccio comportamentale (ad esempio i rinforzi e gli schemi con cui erogarli, le punizioni...) e le caratteristiche tipiche dei bambini e degli adulti ad alta sensibilità e come esso possa essere rinforzato positivamente dall'ambiente e l'educazione. Ho osservato le dinamiche di gruppo in un contesto particolare come un asilo Montessori e in un quartiere vario come quello di San Siro. Dalle videochiamate e gli incontri organizzati con il mio tutor ho potuto osservare come gestire un colloquio conoscitivo e come selezionare gli ambiti in cui un volontario può essere più adatto, date le sue caratteristiche. Ho capito come mantenere attivo e unito un gruppo eterogeneo dal punto di vista psicologico e anagrafico, aspetto non semplice quando si fa parte di un'associazione che conta tante persone come UVI. Ho studiato la definizione di drammatizzazione e ne ho appresa l'importanza in contesti educativi e psicologici, sviluppando bozze di progetto (non ancora applicati in pratica).

Abilità acquisite (tecniche, operative, trasversali): Durante questo tirocinio ho imparato a gestire il distacco in previsione della fine del tirocinio con i bambini che mi erano stati affidati; ho scoperto quanto sia importante selezionare le informazioni rilevanti su un certo tema, in modo da non rendere un discorso lungo, divagando; ho imparato a presentare un caso per come lo conosco e l'ho vissuto, riuscendo anche a dare consigli teorici e pratici rilevanti.

Dal punto di vista pratico ho imparato ad organizzare attività con materiali di riciclo o naturali e ad organizzare un ambiente "a misura di bambino", in alcuni casi prendendo anche spunto dall'ambiente montessoriano (dividendo quindi il materiale e i lavori in base all'aspetto che vanno a sviluppare). Ho imparato a lavorare con Canva, per creare alcuni dei quaderni per categorizzare articoli presenti sul blog dal 2017 al 2020.

Caratteristiche personali sviluppate: La caratteristica personale più importante che ho sviluppato è stata di sicuro il saper lavorare in equipe, suddividendosi i compiti e saper delegare, fidandosi che l'altra persona sia sulla stessa linea d'ombra e operi con gli stessi obiettivi. Per fare questo è necessario un continuo confronto. Sulla stessa linea del lavorare in equipe ritengo molto importante anche riuscire a distaccarsi e affidare la richiesta ad altre persone quando termina il proprio periodo di disponibilità (in questo caso, la fine del tirocinio), cosa che io ho sempre fatto fatica a mettere in pratica. Sento di aver migliorato la capacità di scovare un'occasione per imparare in qualsiasi richiesta mi venga presentata e di saper organizzare il mio tempo anche quando le richieste arrivano all'ultimo minuto. Ho messo in pratica ciò che ci è sempre stato insegnato sull'importanza della sospensione del giudizio e ho notato come questo abbia influenzato positivamente lo sviluppo di un rapporto. Sempre pensando al rapporto e soprattutto all'importanza che detiene il primo incontro, ritengo di aver migliorato la mia capacità di entrare in relazione con le persone, adattando il mio stile e metodo di approccio a seconda dei casi. Questo mi ha aiutato, tra le altre cose, a sviluppare, anche grazie alla DAD, la capacità di riuscire a parlare in pubblico, esprimendo le mie conoscenze, esperienze personali ed opinioni. Altro aspetto che ho sviluppato, con l'aiuto del mio tutor, aumentando così la mia autostima e la mia percezione di autoefficacia, è la capacità di esprimere non solo le mie opinioni ma argomenti che riguardano me stessa, le mie emozioni e sensazioni.

ln queste due ultime azioni, in particolare, ritengo di essere migliorata molto negli ultimi mesi.

Altre eventuali considerazioni personali: Fin dall'inizio ho condiviso pienamente la mission di questa associazione, che è garantire un futuro a tutti i bambini, indipendentemente dalle loro condizioni e dal loro presente. Sono contenta di aver aiutato i bambini che mi sono stati affidati a scoprire aspetti del mondo che non conoscevano, di aver contribuito a dare loro quell'attenzione e considerazione da parte degli adulti e della società che si meriterebbero ogni giorno, in quanto bambini, in quanto persone.

Ho trovato in UVI delle grandi persone, che sanno dare importanza alle idee di ognuno valutandole criticamente e dando fiducia a tutti coloro che decidono di abbracciare la mission e rendersi utili per migliorare (con donazioni di tempo, materiali e recentemente anche di denaro) la vita delle persone.

Non perché dall'alto della nostra fortuna possiamo salvarli ma perché crediamo sinceramente che ognuno abbia diritto a provare a realizzare il futuro che sogna o, nel caso degli adulti, ha sempre sognato.

Le tirocinanti con cui ho avuto a che fare sono state tutte delle grandi compagne, con cui ho condiviso (in presenza o da remoto) le ansie, le frustrazioni e le soddisfazioni.

Con Chiara e Silvio c'è stato un vivo e attivo scambio di opinioni ed esperienze; entrambi mi hanno molto aiutato professionalmente e personalmente, dandomi fiducia e credendo nelle mie idee e proposte. Spero di poter collaborare, anche professionalmente parlando, ancora con entrambi in futuro.

Tutti in UVI si chiamano e si considerano una grande famiglia, vivendo attivamente la condivisione di aspetti positivi e negativi di conseguenza e io sono molto contenta di aver scelto questo ente per il mio primo semestre di tirocinio.

Luogo, data

Milano, 24/04/2021

A7 AFOS FC RelazioneFinaleTirocini001 - Rev. 7 - Emissione: 16/06/2016

UVI ONLUS